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Cattedrale di S. Maria Assunta in cielo

Duomo di Gaeta

Cattedrale di S. Maria Assunta in cielo
Municipium

Descrizione

Il Duomo di Gaeta, dedicato a S. Maria Assunta in cielo fu costruito nei secoli X-XI probabilmente dove sorgeva una chiesa risalente forse al VII secolo (S. Maria del Parco). Tra la fine dell’VIII secolo e l’inizio di quello successivo, il vescovo di Formia si rifugiò nella fortezza di Gaeta e in quel momento fece nascondere in un pilastro della chiesa i resti di S. Erasmo, vescovo di Antiochia, morto a Formia il 2 giugno 303.

Dopo oltre un secolo, il ritrovamento delle reliquie dette il via ai lavori per la costruzione di un’imponente cattedrale. Papa Pasquale II nel 1106 consacrò la nuova cattedrale a 5 o a 7 navate. Nel 1594, dopo la ricognizione canonica delle reliquie dei santi conservate in cattedrale si procede alla realizzazione della cripta destinata a contenere, sotto l’altare, le reliquie dei martiri: S. Erasmo, S. Marciano (primo vescovo di Siracusa), S. Casto (primo vescovo di Sessa Aurunca), S. Secondino (vescovo di Sinuessa), S. Probo (vescovo di Formia nel 303), S. Innocenzo (vescovo) e S. Eupuria (martire).

La seicentesca cripta o succorpo, venne realizzata ad una navata su disegno degli architetti napoletani Lazzari, con le pareti rivestite di marmi policromi e le volte decorate con stucchi e affreschi di Giacinto Brandi (1662-64) rappresentanti, al centro, Dio Padre con cherubini e la Gloria di S. Erasmo (entrambi perduti a causa di una bomba aerea che colpì la cattedrale la notte tra l’8 e il 9 settembre 1943), sempre al centro la gloria degli altri santi, mentre ai lati il pittore ha voluto inserire una serie di virtù. 
Di altissimo valore artistico è il paliotto dell’altare e la balaustra dove i marmorari dell’epoca utilizzarono un’enorme varietà di marmi policromi e pietre preziose per rappresentare vasi di fiori, uccelli e decori vari. Sempre di Brandi è la pala d’altare con il Martirio del vescovo antiocheno (1664). Chiude la cripta un straordinario cancello in bronzo (1692) con le effigi della città.
Il luogo di culto è interessato sa una serie di lavori di restauro che stanno riportando all’antico splendore i marmi policromi e gli affreschi.Nel 1148 un privato donò un pezzo di terra alla cattedrale per la costruzione della torre campanaria.

Il monumentale campanile venne realizzato su disegno di Nicolò d'Angelo, marmorario romano della famiglia dei Vassalletto. Alto 57 metri, in stile arabo-normanno, ha il basamento composto da innumerevoli blocchi provenienti da monumenti romani e medievali (particolarmente dal mausoleo di Lucio Sempronio Atratino), gli altri livelli sono stati realizzati in laterizio con ricorsi di materiale lapideo, il torrino è decorato da innumerevoli scodelle arabo moresche. La scalea sottostante la torre campanaria da accesso alla chiesa: lungo la scala sono ben visibili due bassorilievi rappresentanti Giona che viene ingoiato e risputato dal pistrice, elementi facenti parte dell’antico pulpito della cattedrale. Sotto le sculture si trovano due sarcofagi romani strigilati (vasche della prima metà del III sec.). Il campanile è stato danneggiato nel corso dell’ultimo conflitto mondiale e restaurato nel 1960 e negli anni 1990-2000.

La cattedrale è stata riaperta al culto nel 2014 a seguito di un restauro che ha restituito ai visitatori, almeno parzialente, la struttura medievale sorretta da colonne e magnificamente decorata con arredi liturgici cosmateschi.

Il Campanile

Il campanile della Cattedrale è il monumento più noto ed importante di tutta Gaeta, di mole maestosa è stato edificato sul sito dell'antica chiesa di S. Maria del Parco. 
Esso fu costruito tra il 1148 ed il 1279 su progetto del "magister" Nicholangelus Romanus. Costituito da un basamento, per il quale sono state riutilizzate le pietre del mausoleo di Lucio Sempronio Atratino, su cui grava il peso di tre celle campanarie (che si aprono con eleganti bifore) aventi sulla sommità un cupolino ottagonale, su cui si trova la grande croce in ferro.

Oggi è il campanile della Cattedrale di S. Maria Assunta in Cielo, in passato era l’entrata della chiesa originaria, sorta nel X-XI secolo dalla preesistente chiesa dedicata a Santa Maria del Parco del VII secolo.

Si tratta di un vero gioiello, un eccellente esempio di arte medievale dell’Italia Centro Meridionale, risalente al XII secolo e realizzata da Nicola D’Angelo. In stile arabo moresco è alto 57 metri e  costituito da 3 piani sormontati da cupolino ottagonale. All’interno sono custodite opere di epoca romana, come   colonne, sarcofagi  e 2 bassorilievi marmorei raffiguranti la storia di Giona e del mostro. Un campanile ove il romano diventa romanico e il romanico già tende al gotico, con tracce pittoresche che provengono dall’Oriente testimoniate dalle maioliche smaltate che scintillano dalla sua cupola. Lungo la scala che conduce alla porta d'ingresso, sono collocate delle colonne con metope e triglifi , provenienti dal Mausoleo romano di Sempronio Atratino del I sec.a.C. Su entrambi i lati della scalinata sono posti due sarcofagi romani,sormontati da rilievi provenienti dall'antico duomo. I due rilievi sono collegati e rappresentano la vicenda biblica di Giona , inghiottito e poi rigettato da un enorme cetaceo (in latino pistrice).

Si distinguono tre parti: l'inferiore (in origine una torre) con arco ogivale (sec. XII) costruita con massi e colonne monoblocco, con pezzi di monumenti romani; la parte mediana in tre piani di stile arabo-siculo con bifore e decorazioni di archetti intrecciati, fasce e balaustre cieche, adornate di esagoni policromi del marmoraio Nicola di Angelo (sec. XII); la superiore con cuspide ottagonale e angoli con torricelle cupolate, maiolicate secondo i modelli siculi e amalfitani (sec. XIII).

Il campanile è sormontato da una cuspide ottagonale ed è decorato, per tutta la sua altezza, da varie file di piccole arcate.

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Modalità d'accesso

Non accessibile ai disabili per presenza di scale

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Indirizzo

Via Duomo, 24, 04024 Gaeta LT, Italia
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Punti di contatto

Telefono : 0771 462255

Ultimo aggiornamento: 13 agosto 2025, 12:11

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